SIGNIFICATO CLINICO
L’oxcarbazepina è un anticonvulsivante attivo sulle epilessie parziali. E’ un profarmaco analogo alla carbamazepina (gruppo chetonico in posizione 10) con meccanismo d’azione simile (riduzione dell’eccitabilità neuronale per prolungamento dell’inattivazione dei canali del sodio voltaggio-dipendenti), ma con minori effetti collaterali e maggiore maneggevolezza. Ben assorbita a livello gastro-intestinale, il farmaco viene rapidamente ridotto a monoidrossi derivato 10-OH-CBZ (MHD) che a sua volta viene eliminato mediante glucuronazione a livello epatico. La forma monoidrossi (MHD) è il metabolita farmacologicamente attivo responsabile dell’attività anticonvulsivante. Gli effetti tossici sono a carico del Sistema Nervoso Centrale (vertigine, atassia, cefalea) e dell’equilibrio elettrolitico (iponatremia).

INDICAZIONI CLINICHE
Monitoraggio della terapia

TIPO DI CAMPIONE
Il paziente si deve sottoporre ad un prelievo di sangue

PREPARAZIONE
E’ necessario osservare un digiuno di almeno 8 ore, è ammessa l’assunzione di una modica quantità di acqua. Nel controllo periodico della concentrazione ematica del farmaco, al fine di rendere confrontabili i valori ottenuti nel tempo, occorre sottoporsi al prelievo sempre alla stessa distanza di ore dall’assunzione del farmaco stesso.

VALORI DI RIFERIMENTO
La concentrazione terapeutica ottimale è individuale e dipende anche dalla funzionalità epatica e renale.

NOTE
Fenobarbiltal, fenintoina ne riducono la concentrazione. E’ necessario un costante monitoraggio dei livelli di sodiemia che possono diminuire anche notevolmente con gravi effetti sull’organismo. Nel caso di assunzione orale, disturbi dell’alvo (diarrea) possono ridurre l’assorbimento del farmaco e quindi la sua concentrazione ematica.
Il controllo ematico dell’oxcarbazepina, valutata attraverso il suo metabolita attivo (nel cromatogramma viene rilevato il suo monoidrossi derivato), è utile nelle politerapie dell’epilessia e nell’aggiustamento della posologia.