SIGNIFICATO CLINICO
Il Citomegalovirus (CMV) è un virus a DNA di forma icosaedrica appartenente alla famiglia degli Herpes Virus.
La trasmissione del CMV avviene principalmente attraverso la saliva e richiede uno stretto contatto con le persone infette , infatti i picchi di contagio sono tipicamente osservati nei bambini molto piccoli e nei ragazzi (inizio dell’attività sessuale). E’ possibile anche una trasmissione per via sessuale. L’infezione da CMV è molto diffusa: anticorpi anti-CMV sono riscontrabili nel 50-70% degli individui con più di 35 anni e la diffusione è inversamente proporzionale alle condizioni socio-economiche.
Normalmente, l’infezione da CMV è auto-limitante e asintomatica, anche se talvolta può causare sintomi clinici; inoltre vi è la possibilità di una permanenza del virus (infezione latente) con successive riattivazioni. La ragione di questa variabilità di comportamento deriva dalle complesse interazioni che si stabiliscono tra il virus ed il tipo di cellula infettata. Un’infezione clinicamente manifesta (dopo un’incubazione di 4-10 settimane) è comunque più frequente nei pazienti con un sistema immunitario deficiente o immaturo; le infezioni croniche persistenti diventano latenti.
Il trapianto d’organi è a rischio di infezione primaria (per donazione di organi infetti a soggetti sieronegativi) o secondaria (per riattivazione o per reinfezione in un soggetto sieropositivo).
L’infezione da CMV è la più frequente infezione congenita, dato che gli anticorpi materni non sono in grado di proteggere il feto; comunque sembra che solo le infezioni primarie della madre abbiano un impatto clinico in quanto caratterizzate da una fase di elevata viremia,molto meno rischiosa è la riattivazione di CMV durante la gravidanza,perché di regola la viremia non è presente. Pertanto, nel caso di una gravida, è fondamentale capire se si tratti o no di prima infezione.
La diagnostica sierologica mediante ricerca di anticorpi specifici è la sola che possa essere applicata a bassi costi e su larga scala. Tuttavia, la determinazione delle immunoglobuline di classe IgG e IgM non permette sempre di determinare con sicurezza il periodo dell’infezione, a causa della variabilità individuale della risposta anticorpale. La presenza in circolo di IgM specifiche, caratteristica della fase acuta dell’infezione, può spesso prolungarsi per un periodo variabile e comunque abbastanza lungo; inoltre, le IgM possono essere rilevabili anche in infezioni secondarie (reinfezioni o riattivazioni). Secondo una vasta letteratura, l’approccio analitico più affidabile sembra essere quello basato sulla determinazione dell’avidità delle IgG specifiche.

INDICAZIONI CLINICHE
Sospetta infezione, sorveglianza nelle gravide non immuni, sorveglianza nei trapiantati di rene.

TIPO DI CAMPIONE
Il paziente si deve sottoporre ad un prelievo di sangue.

PREPARAZIONE
È necessario osservare un digiuno di almeno 8 ore, è ammessa l’assunzione di una modica quantità di acqua.

VALORI DI RIFERIMENTO
IgG
Una concentrazione < a 12 indica assenz adi anticorpi Una concentrazione compresa tra 12 e 13.9 è dubbia Una concentrazione uguale o > a 14 indica la presenza di anticorpi

IgM
Una concentrazione < a 18 indica assenza di anticorpi Una concentrazione compresa tra 18 e 21.9 è dubbia Una concentrazione uguale o > 22 indica presenza di anticorpi

NOTE
IgG assenti IgM assenti: Assenza esposizione. In caso di incertezza clinica
i pazienti devono essere monitorati nel tempo.
IgG presenti IgM assenti: Infezione pregressa.
IgG assenti IgM presenti: Infezione acuta in fase molto iniziale.
IgG presenti IgM presenti: Infezione acuta o comunque recente
IgG a bassa avidità: Prima infezione recente
IgG ad alta avidità: Infezione pregressa, riattivazione del virus